L'UE si muove per porre fine definitivamente alle importazioni di gas russo
03 dicembre 2025
Bruxelles porta avanti l'obiettivo REPowerEU pianificato da tempo, fissando scadenze definitive per l'eliminazione graduale del GNL e del gasdotto
Una piattaforma Gazprom nel Mare del Nord. L'Unione Europea ha raggiunto un accordo sui piani per porre fine completamente alle importazioni di gas russo entro la metà del 2027. (Immagine: Gazprom)L'Unione Europea ha compiuto un passo decisivo verso la fine della sua dipendenza dai combustibili fossili russi, annunciando un accordo politico provvisorio che bloccherà definitivamente le importazioni di gas russo e accelererà l'eliminazione graduale del petrolio russo. L'accordo, raggiunto tra il Parlamento europeo e il Consiglio, rappresenta l'azione di sicurezza energetica più radicale dell'Unione dall'inizio della guerra in Ucraina.
I leader dell'UE hanno definito l'accordo come il capitolo finale di una strategia pluriennale volta a porre fine a decenni di dipendenza da un fornitore che ha ripetutamente sconvolto i mercati e messo a repentaglio la sicurezza energetica del blocco.
"Oggi entriamo nell'era della piena indipendenza energetica dell'Europa dalla Russia", ha dichiarato la Presidente della Commissione Ursula von der Leyen. "REPowerEU ha dato i suoi frutti. Ci ha protetto dalla peggiore crisi energetica degli ultimi decenni e ci ha aiutato a superare la transizione dai combustibili fossili russi a una velocità record. Oggi fermiamo definitivamente queste importazioni".
Divieto permanente con scadenze scaglionate
L'accordo prevede l'eliminazione graduale del gas russo in due fasi principali: le importazioni di gas naturale liquefatto (GNL) dovranno cessare entro il 31 dicembre 2026, mentre il gas tramite gasdotto cesserà entro il 30 settembre 2027. Gli Stati membri che riscontrano difficoltà nel riempimento degli stoccaggi potranno prorogare le importazioni tramite gasdotto fino al 31 ottobre 2027.
La tempistica varia in base al tipo e alla durata dei contratti esistenti:
- Contratti di fornitura a breve termine firmati prima del 17 giugno 2025: – Vietate le importazioni di GNL a partire dal 25 aprile 2026 – Vietato il gasdotto a partire dal 17 giugno 2026
- Contratti di importazione di GNL a lungo termine firmati prima del 17 giugno 2025: – Il divieto entra in vigore il 1° gennaio 2027 (in linea con il 19° pacchetto di sanzioni dell'UE)
- Contratti di gasdotto a lungo termine: – Importazioni consentite solo fino al 30 settembre 2027, con una potenziale estensione al 1° novembre 2027, se non è possibile raggiungere gli obiettivi di stoccaggio
- I contratti esistenti possono essere modificati solo per esigenze operative strettamente definite e non possono aumentare volumi o prezzi. Entro novembre 2027, il gas russo sarà eliminato dal mix energetico dell'UE.
Maggiori garanzie contro l'elusione
L'accordo include un sistema dettagliato di conformità e monitoraggio, progettato per impedire che il gas russo venga dirottato sui mercati dell'UE con denominazioni diverse. Gli importatori saranno tenuti a divulgare un'ampia documentazione sui termini contrattuali, sulle origini del gas e sui volumi legati alle consegne storiche.
Durante il periodo di transizione, qualsiasi gas russo consentito in base ai contratti esistenti richiederà un'autorizzazione preventiva, con le autorità di regolamentazione che verificheranno che le importazioni corrispondano rigorosamente ai volumi storici. Per il gas naturale non russo, gli importatori dovranno fornire informazioni sul paese di produzione, con esenzioni limitate ai paesi che hanno esportato almeno 5 miliardi di metri cubi verso l'UE nel 2024 e che sono soggetti a sanzioni o non dispongono di infrastrutture in grado di ricevere gas russo.
La Commissione, l'ACER, l'OLAF e la Procura europea monitoreranno congiuntamente la conformità e gli effetti sul mercato, mentre gli Stati membri dovranno coordinarsi strettamente per individuare e prevenire le elusioni.
Per garantire la sicurezza dell'approvvigionamento oltre il 2027, gli Stati membri dovranno presentare strategie nazionali di diversificazione entro il 1° marzo 2026, delineando piani per ridurre l'esposizione al gas e al petrolio russi. Entro un mese dall'entrata in vigore del regolamento, i governi dovranno inoltre dichiarare se mantengono i contratti di fornitura russi o i divieti legali nazionali.
La Commissione valuterà ciascun piano e potrà formulare raccomandazioni entro tre mesi dalla presentazione. I funzionari hanno sottolineato che la dismissione graduale sarà pianificata con attenzione per ridurre al minimo gli shock di mercato e mantenere condizioni di fornitura prevedibili e competitive.
Le importazioni di petrolio, già ridotte dal 27% dell'approvvigionamento dell'UE all'inizio del 2022 al 2% di oggi, dovrebbero essere completamente eliminate entro la fine del 2027. Una proposta legislativa formale per vietare i restanti flussi di petrolio russo è prevista per l'inizio del prossimo anno.
Dalla risposta alla crisi all'indipendenza a lungo termine
La decisione pone fine a oltre due anni di diversificazione accelerata nell'ambito del programma REPowerEU. Prima dell'invasione dell'Ucraina, il gas russo tramite gasdotto rappresentava il 45% delle importazioni dell'UE, scendendo al 13% nella prima metà del 2025, con l'aumento del GNL, delle forniture norvegesi e delle importazioni tramite gasdotto dal Nord Africa. Ciononostante, la Russia ha fornito all'UE circa 35 miliardi di metri cubi di gas nel 2024, per un valore stimato di 10 miliardi di euro a prezzi correnti.
Il carbone russo è già completamente vietato e i contratti GNL a lungo termine con la Russia cesseranno nel 2027, in base al pacchetto di sanzioni adottato in ottobre.
L'accordo politico passa ora alla traduzione e all'approvazione formale da parte del Parlamento e del Consiglio. Dopo l'adozione, il regolamento sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale ed entrerà in vigore.
I funzionari dell'UE hanno definito la dismissione graduale come un ripristino strutturale dell'architettura energetica europea, volto non solo a porre fine alla dipendenza dalle forniture russe, ma anche a rafforzare la stabilità del mercato, garantire la competitività a lungo termine e approfondire le partnership energetiche in tutto il mondo.
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